Onorevoli Colleghi! - L'Italia è stato uno dei Paesi europei maggiormente coinvolti nel commercio di pellicce e prodotti di foca, che derivano dall'uccisione di decine di migliaia di foche con poche settimane di vita.
L'opinione pubblica italiana ha espresso una forte condanna di questa attività e dei cruenti metodi di uccisione di questi animali.
Associazioni indipendenti e giornalisti di tutto il mondo hanno documentato la crudeltà della caccia alle foche, mostrando animali uccisi a bastonate sulla testa, agonizzanti per lunghi minuti e perfino scuoiati vivi.
La direttiva 89/370/CEE del Consiglio, dell'8 giugno 1989, con cui l'Europa ha cercato di porre freno a questa attività, si è rivelata inadeguata a tutelare le foche, in quanto strettamente limitata a vietare il commercio di prodotti derivanti dai cuccioli lattanti; i cuccioli sono protetti perciò solo nei primi dodici giorni di vita.
In Europa, nel 2004, il Belgio ha messo al bando l'importazione da Paesi terzi di prodotti di foca e la loro commercializzazione; tale provvedimento è stato poi completato nel 2007 con una legge di divieto completo alla fabbricazione e alla commercializzazione dei prodotti derivanti dalla foca. Una legge analoga è all'esame anche del Parlamento olandese.
Gli Stati Uniti d'America hanno vietato l'importazione e la commercializzazione di qualsiasi prodotto derivante dalle foche con una legislazione estremamente restrittiva in vigore fin dal 1972.
In tema di tutela degli animali, il nostro Paese è stato il primo in Europa, e il secondo al mondo dopo gli Stati Uniti, a vietare il commercio di pelli di cani e gatti